Per rimanere rilevanti, i professionisti devono evolversi verso un approccio olistico, puntando su competenze trasversali, innovazione e capacità di offrire un valore distintivo che vada oltre il semplice progetto tecnico.
La frammentazione dei professionisti tecnici italiani rappresenta un freno alla competitività del settore, limitando innovazione e capacità di affrontare progetti complessi.
Tanti piccoli feudatari a difendere il proprio castelluccio di carta, una categoria senza un vero potere rappresentativo; un branco di squali in lotta l’uno con l’altro; con il pescatore che vince sempre.
Per cambiare questa situazione, occorrerebbero incentivi alla collaborazione, una semplificazione normativa e culturale, e un sistema educativo che valorizzi il lavoro in team e l’approccio multidisciplinare.
In Italia, il fenomeno della frammentazione tra i professionisti tecnici (architetti, ingegneri, geometri, ecc.) è influenzato da diversi fattori storici, culturali, normativi ed economici. Questa tendenza a operare come liberi professionisti o in piccoli studi individuali, piuttosto che in società strutturate, ha serie implicazioni (in negativo) sia per il settore stesso che per il sistema economico in generale.
Perché continuiamo a lavorare così frammentati?
Cultura professionale tradizionale:
- In Italia, la figura del professionista tecnico è spesso associata all’idea di autonomia e indipendenza. Questo atteggiamento rende meno attraente la collaborazione in strutture gerarchiche o complesse.
- La tradizione artigianale e il forte legame territoriale favoriscono la personalizzazione del servizio, spesso percepita come più efficace rispetto al lavoro in grandi organizzazioni.
Normative e regole deontologiche:
- L’ordinamento italiano tende a regolamentare molto le attività professionali, favorendo l’individualismo. Ad esempio, la responsabilità personale e diretta del professionista è enfatizzata rispetto al lavoro di gruppo.
- I vincoli fiscali e burocratici non incentivano la creazione di società complesse, soprattutto tra piccoli studi.
Dimensione del mercato:
- Il mercato italiano dell’edilizia è frammentato, con molti piccoli progetti (residenziali o commerciali) che non richiedono il coinvolgimento di grandi strutture.
- Gli investimenti pubblici, spesso discontinui, non favoriscono la nascita di grandi consorzi tecnici stabili.
Accesso limitato al credito e alla capitalizzazione:
- Le piccole realtà spesso hanno difficoltà ad accedere a risorse finanziarie per crescere e strutturarsi in modo competitivo.
- Il modello di business basato su collaborazioni temporanee è più accessibile per i singoli professionisti.
Chi ne risente?
I PROFESSIONISTI STESSI!
- La frammentazione limita la possibilità di competere con grandi società straniere nei progetti più complessi e remunerativi, come infrastrutture o rigenerazione urbana su larga scala.
- La mancanza di strutture collaborative può portare a inefficienze operative, difficoltà nella specializzazione e maggiori oneri burocratici individuali.
I CLIENTI STESSI!
- Il cliente medio può trovarsi a gestire più interlocutori per un singolo progetto, aumentando la complessità.
- I progetti tendono a essere meno integrati e meno innovativi, poiché mancano le risorse e la diversificazione che società più strutturate potrebbero offrire.
IL PAESE!
- La difficoltà di creare team multidisciplinari riduce l’innovazione tecnologica e la sostenibilità, settori dove servono investimenti coordinati e competenze diversificate.
- La capacità di attrarre grandi investimenti internazionali risulta penalizzata.
CHI NE TRAE VANTAGGIO??
- Le grandi società di ingegneria e architettura europee o americane approfittano della frammentazione italiana per acquisire commesse di rilievo sul territorio, spesso collaborando con i piccoli studi locali in modo subordinato.
- In assenza di società strutturate, i mediatori e i general contractor giocano un ruolo chiave nel coordinamento tra le varie figure professionali, guadagnando dalle inefficienze del sistema.
- La complessità normativa e fiscale italiana crea un mercato parallelo di consulenti legali e commercialisti, che offrono servizi di supporto ai piccoli professionisti.
Il classico servizio di ingegneria o architettura, inteso come la prestazione professionale focalizzata su un singolo aspetto tecnico o progettuale, ha perso centralità nel contesto odierno a causa di diversi cambiamenti nel mercato, nelle esigenze dei clienti e nel panorama tecnologico. Ecco perché:
Evoluzione delle esigenze del mercato
Richiesta di soluzioni integrate: I clienti cercano sempre più spesso pacchetti chiavi in mano che includano progettazione, gestione burocratica, esecuzione e manutenzione. Questo richiede un approccio multidisciplinare e collaborativo, difficile da realizzare con il classico servizio indipendente.
Focus su sostenibilità e innovazione: Gli edifici e le infrastrutture devono rispondere a nuovi standard di efficienza energetica, sostenibilità ambientale e integrazione tecnologica. Questi obiettivi richiedono competenze che superano il semplice progetto strutturale o architettonico.
Aumento della complessità normativa
Regolamenti più articolati: La crescente complessità normativa in ambito edilizio (ad esempio, leggi sulla sicurezza, norme antisismiche, requisiti energetici) implica che un singolo professionista difficilmente può affrontare da solo tutti gli aspetti richiesti.
Tempi e costi burocratici: I clienti preferiscono soluzioni che includano anche la gestione di permessi, detrazioni fiscali (es. bonus edilizi) e rapporti con le amministrazioni, attività che il classico servizio di progettazione difficilmente copre.
Impatti della digitalizzazione
Modelli BIM e tecnologie avanzate: La diffusione di strumenti come il Building Information Modeling (BIM) ha spostato il baricentro del settore verso soluzioni collaborative e multidisciplinari. Questi strumenti non solo migliorano la progettazione, ma permettono di gestire l’intero ciclo di vita di un edificio, superando la visione frammentata tradizionale.
Automazione e software: Molte attività classiche di progettazione sono ormai automatizzabili. Software avanzati riducono il tempo necessario per calcoli strutturali o disegni tecnici, rendendo obsoleto il valore aggiunto delle prestazioni standard.
Pressioni economiche
Concorrenza globale: La possibilità di affidare lavori a studi o professionisti all’estero (outsourcing) mette sotto pressione il mercato locale, rendendo più difficile per i piccoli studi competere solo sui servizi di base.
Compressione dei margini: I clienti, spinti da una maggiore consapevolezza e accesso all’informazione, tendono a richiedere tariffe più basse per servizi di progettazione standard, percepiti come facilmente sostituibili o replicabili.
Nuovi modelli di business
Crescita del design-build: Le imprese che offrono progettazione integrata alla costruzione (design-build) stanno guadagnando terreno, eliminando la necessità di affidarsi a un progettista esterno separato.
Valorizzazione dell’esperienza utente: Gli spazi costruiti oggi devono rispondere a esigenze esperienziali, estetiche e funzionali sempre più specifiche, spesso richiedendo il contributo di team multidisciplinari (architetti, ingegneri, designer, esperti di tecnologia).
Il classico servizio di ingegneria o architettura ha poche ragioni di esistere in quanto:
- Non riesce a soddisfare la complessità delle richieste attuali.
- Non offre soluzioni integrate, richieste sempre più spesso.
- È facilmente sostituibile da tecnologie o servizi standardizzati.
- Fatica a competere con modelli di business innovativi e multidisciplinari.
In ultimo, un non trascurabile elemento: avere le spalle grosse significa poter dialogare con gli altri operatori del settore (costruttori/amministrazioni/politica), come soggetti alla pari, scardinando logiche servili, sfruttamento e fenomeni indotti di dumping sui prezzi dei servizi.
Noi ci candidiamo ad accogliere tutti i seri professionisti tecnici, in una società con una base già solida, e che vuole strutturarsi ancor di più, orizzontale e rispettosa delle singole individualità, dove l’obiettivo è l’unico vincolo ed il risultato non è una vaga ipotesi, nell’interesse di tutti, dal professionista al cliente finale.